Una Diocesi trasparente presenta il bilancio di missione. Varesini molto generosi

La Diocesi di Milano ha presentato oggi, luendì 24 Giugno, il Bilancio di Missione dell’Arcidiocesi di Milano 2022-2023. È la seconda edizione, dopo quella dello scorso anno.

Presenti all’incontro con la stampa, oltre all’arcivescovo Mario Delpini: mons. Bruno Marinoni, vicario episcopale per gli Affari Economici, Antonio Antidormi, economo della Diocesi di Milano, Elena Beccalli, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nominata proprio giovedì scorso Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (entrerà in carica il 1° luglio) e Stefano Femminis, responsabile dell’Ufficio stampa della diocesi.

Il bilancio di missione è uno specchio trasparente che la Diocesi ambrosiana mette a disposizione, soprattutto dei fedeli, per rendere noto come le loro offerte sono impegnate in opere buone. Il documento è articolato in tre sezioni che specificano le aree in cui sono investite le risorse raccolte: la “cura pastorale”, la “cura amministrativa” e il supporto ad attività e progetti sul territorio.

La novità di questa seconda edizione è il capitolo conclusivo, che presenta i rendiconti economici delle 1.106 parrocchie della Diocesi, mettendo in evidenza l’ammontare delle offerte ricevute e le risorse destinate alle diverse attività pastorali (educative, caritative, celebrativo sacramentali, culturali e aggregative). Vengono inoltre riportati i contributi e le entrate straordinarie, nonché le spese per manutenzioni e ristrutturazioni. Un focus particolare è dedicato alla situazione del debito delle parrocchie.

Si rileva che le risorse impiegate a livello di Curia ed Enti centrali sono state pari a 68.739.473 euro e, rispetto all’anno precedente, si riscontra un significativo aumento, con un 32% di crescita dovuto sia alla definitiva uscita dal periodo emergenziale del Covid che aveva limitato in modo particolare il volume dei servizi erogate sia all’aumento delle entrate da parrocchie ed enti che hanno permesso una maggiore assegnazione di contributi a favore del territorio. Il saldo tra entrate e uscite è positivo per circa 12 milioni di euro e dai dati raccolti si evidenzia che le offerte raccolte nelle parrocchie, nel 2022, ammontano a 160 milioni di euro destinati in maggior parte ad attività educative e formative.

Le risorse delle parrocchie sono principalmente destinate (70%) alle attività pastorali ordinarie, che coprono una vasta gamma di iniziative essenziali per la vita comunitaria. Queste attività includono programmi educativi, formativi, caritativi, culturali e celebrativi, tutti cruciali per il funzionamento quotidiano della parrocchia. Tra di esse, i programmi educativi e formativi offrono istruzione religiosa e morale, mentre le iniziative caritative supportano i membri della comunità in difficoltà.

Una parte rilevante delle risorse (18%) è destinata alla manutenzione straordinaria e alla ristrutturazione degli edifici parrocchiali, un investimento fondamentale per garantire strutture sicure, accoglienti e adatte alle esigenze dei fedeli.

Per quanto concerne la provenienza dei fondi, la principale fonte delle entrate parrocchiali, che rappresenta il 67%, proviene dalle offerte e dalle collette dei fedeli. Complessivamente, queste donazioni superano i 160 milioni di euro all’anno. Questo dato mette in luce il contributo di ogni singolo fedele e arriva a segnalare quanto, pro capite, le sette zone pastorali hanno mediamente raccolto. La zona III Lecco, per esempio, ha mediamente offerto 42,12 euro a testa, mentreil dato della zona II Varese è stato di 34,57.

Secondo mons. Marinoni, «di fronte alla percezione comune di una generale disaffezione verso la pratica religiosa e l’istituzione ecclesiastica, un documento come questo dimostra un effettivo riconoscimento, una reale incisività e una partecipazione attiva a ciò che la Chiesa compie e vive. Questo testo rappresenta una risposta concreta alle sfide contemporanee, evidenziando come la comunità ecclesiastica continui a essere rilevante e propositiva, nonostante le difficoltà e le critiche. Esso testimonia l’impegno costante e la dedizione di coloro che operano all’interno della Chiesa, mostrando una volontà sincera di dialogo e di rinnovamento.»

La prof.ssa Beccalli, nel suo intervento, ha chiarito come questo documento metta in luce tre elementi essenziali: l’attività missionaria, quella economico-finanziaria e quella istituzionale. Un bilancio fornisce un quadro chiaro sugli obiettivi raggiunti e aiuta a comprendere le necessità sociali e i disagi presenti. Questo è cruciale per un Ente il cui obiettivo è creare valore. In questo modo, la Diocesi si configura come una struttura organizzata nel contesto territoriale e si impegna a sostenere i bisogni specifici della comunità. La fotografia del Bilancio di missione mostra una straordinaria vivacità della comunità e un’ottima gestione. Il dato più significativo è che il 70% delle risorse viene destinato ad attività pastorali, mentre il 52% va all’educazione e alla formazione. Questi dati evidenziano l’immenso valore sociale delle attività parrocchiali.

Monsignor Delpini ha concluso l’incontro definendo il Bilancio di Missione come un atto di grande responsabilità e impegno civico. Ha sottolineato come questo documento rappresenti un punto di riferimento fondamentale per comprendere a fondo il territorio, le sue dinamiche e le esigenze delle famiglie che vi risiedono. Ha ribadito l’importanza di questo strumento per pianificare interventi mirati e rispondere in modo efficace alle necessità della comunità.

L’Arcivescovo ha riflettuto ad alta voce sintetizzando così il suo pensiero: sostenendo la Chiesa è come se dicesse “Io ti do fiducia,” credo fermamente nella tua missione. “Mi sta a cuore ciò che fai”, soprattutto per i ragazzi, gli anziani e gli stranieri che hanno bisogno di assistenza e supporto. “Io desidero contribuire” con tutto il cuore, in qualche modo sento di voler far parte della comunità parrocchiale che frequento o alla quale sono territorialmente appartenente. In pratica attraverso le loro donazioni, i fedeli vogliono sostenere in maniera concreta il bene della comunità. Chiudendo il suo intervento, l’Arcivescovo s’è posto una domanda: “Chi sono le persone che offrono contributi alla Chiesa?” Si tratta di anziani, giovani, benefattori, poveri? Il sostegno alle parrocchie e alla diocesi proviene dal ceto medio, o da coloro che, pur avendo poche disponibilità economiche, desiderano comunque una Chiesa attiva e presente? Forse alla composizione sociologica dei benefattori risponderà il prossimo Bilancio di Missione 2023-2024

Condividi:

Related posts